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Io microstock… e tu? Vol. 2 – prima di iniziare (pane, software, keywords e inglese)
25 Agosto 2009|MicrostockSoftware

Io microstock… e tu? Vol. 2 – prima di iniziare (pane, software, keywords e inglese)

Io microstock… e tu? Vol. 2 – prima di iniziare (pane, software, keywords e inglese)

Questo vol. 2 è in realtà frutto di tutto quello che ho imparato fino ad ora sulle agenzie microstock, ma è la base, da leggersi prima ancora di iniziare. Perchè col microstock si può veramente impazzire. A parte gli scherzi, se qualcuno di voi ha la seria intenzione di provarci, considerate questi piccoli suggerimenti ed avrete modo di risparmiare un sacco di tempo. Davvero! La cosa appare divertente quando si inizia a caricare immagini su un solo sito ma diventa subito irritante quando si passa a due, tre, dieci. Ricordate che dopo l’immagine, la parte più importante è fatta dalle parole chiave, le keywords. Ci sono pochissimi siti che permettono l’inserimento di parole in italiano, quindi per non perdere tempo fatelo subito in inglese (avessi dato retta da subito alla mitica Marianna Santoni quando ancora anni fa insisteva con questa predica….merita una citazione www.mariannasantoni.biz). Se come me non siete dei provetti traduttori aiutatevi con dei validi siti come www.wordreference.com che forniscono traduzioni accurate e gratuite, se invece avete già dimestichezza ma volete migliorarvi è utile www.thefreedictionary.com, dizionario monolingue. Procuratevi un valido software che vi aiuti a caricare in automatico le immagini su tutti i siti ai quali siete iscritti. Il sistema base è uguale per tutti, titolo, descrizione, keywords. Il titolo dato nell’archivio stock può essere diverso da quello originale delle vostre foto; quando le caricate ad ognuna verrà attribuito un numero seriale indecifrabile. Non sottovalutate la descrizione, alcuni siti ne richiedono da minimo 7 parole. Le keywords devono essere ovviamente accurate, più sono meglio è. Il limite massimo per quasi tutti è di 50 (dico, cinquanta) parole chiave. Da questo capite che è inutile impazzire caricando ogni volta su ogni sito le parole chiave ricercate sul momento. Quindi meglio farlo bene una sola volta.
Per chi usa già Lightroom, www.adobe.com/it/products/photoshoplightroom, può farlo nel modulo Library inserendo attentamente tutto il necessario. Se lo fate su immagini da esportare (esempio tif da esportare in jpg) non attivate il check “riduci i metadati incorporati” altrimenti perdete tutto il lavoro fatto. Questo software vi aiuta però solo nell’editing e non nell’upload. Per questa ultima fase potete usare DeepMeta, www.deepmeta.com, è gratuito e fornisce pure le statistiche di vendita ma funziona solo con istockphoto.
Se invece potete investire una piccola cifra consiglio Cushystock, www.cushystock.com, costa sui 50 dollari ed è già predisposto per 12 agenzie stock internazionali ma permette di aggiungerne a piacimento. Purtroppo non dispone ancora della traduzione in lingua italiana ma ha un interessante sistema per generare le parole chiave ricavandole da immagini simili già presenti sul catalogo di Shutterstock, facilitando, accelerando e agevolando il lavoro più lungo e importante. Anche questo offre le statistiche di vendita di tutti i siti inseriti permettendo in un solo colpo d’occhio l’analisi delle vendite senza entrare ogni volta in ogni singolo archivio.

Insomma, una volta avviato il lavoro di vendita di immagini stock deve diventare automatizzato, così da poter caricare centinaia e centinaia di foto sui vari siti. Vi ricordo che per vendere le stesse foto su più siti dovete concedere i diritto “NON in esclusiva”. Si guadagnano percentuali più basse ma si ha più visibilità.

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