Riporto pari pari una mail che mi è arrivata e da cui vorrei trarre spunto per parlare dell’argomento gruppi, aggregazioni e similari.
“Buongiorno, ho letto il tutorial sullo scattare ai concerti e vorrei una tua opinione. Io faccio parte di un circolo fotografico e la mia esperienza è limitata (scatto da neanche un anno). Una volta al circolo, parlando con membri più esperti di me, domandai se fosse così “tragico” usare che ne sò ad un concerto o ad una manifestazione la priorità di diaframma. Apriti cielo! Era come se avessi bestemmiato su Bresson ed avessi scoperchiato la tomba di Ansel Adams. Mi fu detto che se voglio far fare tutto alla macchina fotografica son libero di farlo, mentre se voglio fotografare io, allora userò sempre il manuale. Ora..la mamma mi ha insegnato che la tecnologia deve aiutare e non posso credere che la priorità (di tempi o diaframmi o sensibilità) sia stata fatta per qualcuno che non conosce l’esposizione, allo stesso tempo imparo dalla vita che la verità non sta mai tutta da una parte… E’ così tragico ed orribile utilizzare una priorità piuttosto che il manuale?”
Giuro che ho riso per una decina di minuti perchè mi sono immaginata la scena di questo poveretto aggredito da un gruppo di iene dagli occhi iniettati di sangue con le sciabole dentali sguainate e colanti di bava pronti a sbranare il malcapitato. A chi non è successo? E non solo nei circoli amatoriali, capita purtroppo anche nei circoli professionali. Ovunque ci sia aggregazione ci si ritrova davanti a scene del genere.
Partiamo da un presupposto: i fotografi hanno tutti, chi più chi meno, una parte di egocentrismo, un pizzico di presunzione e una spruzzatina di testardaggine. Chi mi conosce sa che per “fotografi” io intendo sia i professionisti che gli amatori, perchè la differenza è data dal solo fatto che i primi si guadagnano da vivere con la fotografia, non dalla capacità o creatività. Detto questo credo sinceramente che nessun professionista/amatore/tecnico/artista/creativo possegga l’assoluta verità. Non esiste un solo unico vero modo per fare le cose. Come io posso dare dei suggerimenti per eseguire delle fotografie in certe situazioni, altri potrebbero trovare il mio metodo troppo restrittivo, vecchio, banale, difficile o troppo facile. E meno male! Altrimenti sai che noia. Il bello è proprio la possibilità di esplorare combinazioni diverse per arrivare a risultati simili. Oppure usare tecniche simili per risultati completamente diversi. Inosmma, l’inventiva e la creatività ci permettono di spaziare. Poi sono perfettamente d’accordo col ragazzo che scrive che la tecnica è fatta per aiutarci. Ecchecavolo certo! Sfruttare la tecnologia va a nostro vantaggio perchè ci permette di concentrarci su altre cose, come la composizione, l’inquadratura, l’espressività di una immagine. Certo che poi saper usare tutto in manuale per i momenti di necessità è fondamentale.
Ho lavorato per un pò con Ferdinando Scianna, e usava di frequente la funzione P (program). Io facevo l’assistente e so bene come erano le impostazioni delle sue macchine. Ora vogliamo metterci a discutere se le sue foto sono degne di essere delle opere o no in base al fatto che usa P invece di M????? (non ci voglio nemmeno pensare….). Visto che viene citato, ho avuto la fortuna di conoscere Cartier Bresson nella sua casa di Parigi. Mi ha offerto un delizioso tè e siamo rimasti seduti sul divano a guardarci in silenzio per un pò perchè io parlavo solo inglese e lui al massimo arrivava allo spagnolo. Ora, so per certo che parlava perfettamente l’inglese, ma il fatto che per scelta un francese non lo voglia usare, fa di lui un ospite scortese e ignorante? Semmai l’ignorante ero io che mi sono presentata in casa di un francese senza spiaccicare nemmeno una parola ho e fatto una figuraccia.
Quindi il dialogo e il confronto su questioni tecniche e creative deve essere aperto a tutti e chi ha la fortuna di essere più esperto dovrebbe cercare di invogliare i novellini a sperimentare, provare, testare. Non chiuderli dentro a stereotipati concetti e credenze da purista della tecnica. A volte la foto giusta è fatta di un attimo. Se quest’attimo passa non abbiamo la foto. Io preferisco scattare in P e avere la foto che scattare in M e non avere niente. Quindi da una parte vorrei spronare i sapientoni a stimolare e condividere, dall’altra ai neofiti vorrei dire di ascolatare ma poi elaborare con la propria testa. E se qualcuno vi risponde: “vuoi sapere come si fa? Prendi la macchina e prova” ringraziatelo! Vi ha dato un consiglio prezioso, mettendo da parte il proprio egocentrismo regalandovi uno stimolo. Ai miei corsi di tecnica base inizio la prima lezione con la frase “Da oggi dimenticate gli automatismi, scatteremo tutto in manuale” e concludo all’ultima lezione con “E adesso che conoscete la tecnica, fate quello che volete e usate le impostazioni che più vi piacciono”.
Ah, e per dirla tutta, io scatto sempre in AV. I <3 AV.
Notare come da buon patriota la dedica sia scritta ovviamente in francese, citando il libro di un autore francese e che venga sottolineata la bellissima introduzione scritta in… francese 🙂 Adorabile senso dello humor… francese!
Beh tutto il tuo ragionamento non fa neanche una grinza, mi hai donato allo stesso tempo molti spunti di riflessione..
Ancora una volta complimenti 😉
P.s.
Figo! Henri Cartier Bresson!
Profonda invidia per l’incontro con Bresson :'(
Bel post Barbara, molto istruttivo per tutti, soprattutto per i signori sapientoni “so tutto io” che io “amo” alla follia 😉
Ti assicuro che l’incontro è stato piuttosto imbarazzante! Però lui carinissimo alla fine.
In merito ai sapientoni mi viene in mente che ne abbiamo parlato poco tempo fa e avrei potuto inserirlo nel discorso, ma lo faccio qui.
Spesso i fotoamatori vanno ad incontri coi professionisti e fanno domande sulla potenza del flash usata in una determinata foto. Ecco, queste sono domande inutili, perchè essere un professionista non vuol dire ricordarsi a memoria come e quanto. Non sono questi particolari che rendono una foto più bella. Se incontrate una persona di cui stimate il lavoro, sfruttate la possibilità di fare domande intelligenti. La tecnica aiuta ma non è tutto. Ci sono professionisti che fanno foto stupende con un iphone o una polaroid. E se non sanno rispondere alle domande tecniche non vuol dire che non siano dei bravi fotografi. Sapere tutto sulle macchine fotografiche fa di voi dei buoni conoscitori di macchine fotografiche, non dei buoni fotografi.
Senza offesa per nessuno s’intende!
Eh immagino! Se me lo fossi trovata davanti non avrei spiaccicato parola probabilmente per 15 minuti, ma avrei assunto quel sorriso ebete da cartone animato.
Ahahhah la chiccha sulla potenza del flash è mitica! Solo un paranoico può pensare che uno si ricordi ogni dato di scatto a memoria… considerata la mia memoria, è già tanto che io mi ricordi di aver scattato quelle foto! hahhha
ne sai qualcosa eh? ;-D
“Sapere tutto sulle macchine fotografiche fa di voi dei buoni conoscitori di macchine fotografiche, non dei buoni fotografi.”
Questa è stupenda 🙂
Me la segno 😉
santissime parole.
I <3 AV too
A me viene il dubbio che chi ha contestato, dicendo che va usato il manuale, si sia perso un bel pò di scatti interessanti. 🙂 Il dogmatismo con la creatività cozza un pò.
Un saluto. Ciao Barbara.
😀
Anche io <3 tantissimo l' Av, non potrei stare senza!
Pienamente d'accordo con il tuo ragionamento comunque 🙂
Grazie Jox ma non è una cosa mia… è un pensiero che appartiene a quelli che fanno funzionare la testolina 🙂
E non sono tanti a quanto pare 😀
…fotografo spesso a concerti o avvenimenti similari. In questa come in tutte le occasioni uso la macchina in manuale perchè voglio essere io a decidere cosa fare. Non per questo critico chi usa gli automatismi, perchè la tecnologia può aiutare notevolmente il fotografo ed è giusto farne uso. Io però ho tentato, ma non ci riesco. Forse perchè ho qualche capello grigio e ho iniziato con una macchina stop-down…
Ma infatti Mimmo, se uno si trova bene perchè cambiare? Io col manuale dopo un pò sclero perchè mi trovo troppo lenta 🙂
Però nei momenti più critici metto su M e frego quel bastardo di esposimetro tzè.
Scatto molto spesso in P, spesso in AV ma quando ho tutto il tempo di fare la foto che voglio e sopratutto per ottenere quello che voglio, mi sposto in M 🙂