Doloroso. Questo è il termine che descrive per me “L’esperienza del ritratto” , il workshop tenuto da Toni Thorimbert presso la Fondazione Fotografia lo scorso week end a Modena. Aggiungerei inevitabilmente doloroso. E doveva esserlo. Il motivo per cui frequento questi incontri è quello di avere spunti per migliorare la mia professione, la mia fotografia. Ma questa volta gli spunti dati sono per migliorare la mia persona. Perchè il ritratto lo fa il fotografo, e non il soggetto. E se il fotografo non è nulla, il ritratto vale altrettanto. Non è semplice riassumere l’esperienza appena fatta ma voglio scrivere questo post per ricordarmi cosa è stato e rileggerlo ogni tanto in modo da mantenere fresca la sensazione di inadeguatezza e il desiderio di riempire le mancanze.
Gli argomenti: si è parlato di prossemica, di relazioni, di body language, di postura, di conoscere se stessi, dell’accetazione del sè, di sessualità, di sensualità, di unicità, di senso estetico genetico, di Balthus, di Sally Mann, di William Klein, di cultura, di nozioni, di visione, di punto di vista, di unicità, di egoismo, del “qui ed ora”, dell’ innamorarsi del soggetto, del dare e non chiedere di avere, di sincerità, di coerenza, di esprimere se stessi nelle immagini, di essere veri, di paure, di ossessioni, di approfondimento, di conferme.
Alcune frasi da ricordare: “io giudico i miei assistenti da come tengono le spalle”, “Avedon è il potere”, “a Newton della figa non importava nulla, eppure impera in tutte le sue foto”, “bisogna attraversare le nostre ossessioni per poterle risolvere”, “il fotografo deve essere egoista”, “il ritratto è qui e ora, in questo momento, in questa situazione, in queste condizioni”, “il ritratto non rappresenta chi abbiamo davanti ma rappresenta il nostro punto di vista di quella persona; siamo noi che creiamo il ritratto, non il soggetto”, “per fare un ritratto bisogna innamorarsi della persona in quel momento”, “il fotografo scatta foto perchè in quel momento vuole possedere ciò che ha davanti, che sia uomo, donna, animale o cosa”, “non aver paura di chiedere, se non chiedi non puoi avere”.
Come si è svolto: nella prima giornata Toni ha parlato un pò del suo lavoro e di alcuni aneddoti legati alle relazioni che si instaurano tra fotografo e soggetto e ha spiegato a lungo di come un ritratto deve rappresentare chi lo esegue. Nel pomeriggio si è passati alla valutazione dei singoli portfoli dei partecipanti. Il livello era molto eterogeneo e i portfoli non erano tutti di ritratto. Le valutazioni sono state piuttosto “miti” ma ben ponderate. E’ estremamente interessante confrontare la propria opinione e sensazione con quella degli altri. Per quanto riguarda la mia valutazione sono rimasta sinceramente delusa in quanto l’attenzione si è fermata sull’impaginazione e non sul contenuto anche se l’analisi “extra-foto” è stata pienamente centrata.
Per la seconda giornata abbiamo scattato a turno, in forma privata, un ritratto a Simona, la modella, dovendo rimanere sul nostro stile e cercando di essere sinceri. Nessuna tecnica, nessuna perfezione richiesta. Solo la sincerità. Nel pomeriggio Toni ha valutato le singole immagini di ognuno. Ma prima di iniziare questo, ha fatto un cazziatone generale a tutti. Oh, ve lo assicuro, prendersi dei cazzoni da Thorimbert non è proprio leggero. Sentirsi una cacca è abbastanza logico ma non poter contestare nessuna delle osservazioni ti lascia inebetito. Ti dai dello scemo da solo. Riconosci quello che non hai visto e non hai sentito. Fai immediatamente i conti con te stesso. Ed essere come tutti gli altri ti fa sentire ancora più nullità.
Per quanto riguarda la mia valutazione personale poi non è andata malissimo, in quanto, perlomeno, sono riuscita a portare a casa la foto che avevo in mente che rimane coerente anche col resto del lavoro nel portfolio. Iniziata con una intuizione confermata (quella di condividere la passione per l’equitazione) ho sfruttato questo argomento come appiglio per entrare in sintonia con Simona e la scelta di giocare con i capelli (svolazzanti con treccina) per ricordare la sensazione di libertà e ricreare l’idea della criniera. Simona e Gianluca mi hanno aiutato tantissimo, la foto in realtà l’hanno fatta loro.
Chi c’era: è stato un vero piacere dare dei volti a dei nomi, come Federica dolcissima e adorabile, Michele direttamente da Barcellona, Angelo, Raffaello, Francesca, Beatrice, Francesco.
Guest star: Gianluca Guaitoli (leggete la sua intervista). Dire chi è e cosa fa è riduttivo. Bisogna conoscerlo. Un personaggio attento, pungente, deciso, affascinante e intrigante. Si è anche un bel ragazzo ma non è questo che intendo. Ha una personalità tale che ti mette a disagio, la sua presenza si “sente”. Metterò nella lista dei desideri di lavorare con lui, un giorno. Simona, modella e studentessa. Intelligente e ottima osservatrice, sensibile e disponibile, Gemelli ascendente Leone. Unica.
E per concludere, la mia immagine realizzata nei frenetici 10 minuti a disposizione (testando l’obiettivo Canon 50mm 1.4 di Francesco, tanto per complicarmi la vita).
Oggi mi sento veramente stanca!!
Bel post, cara Barbara: aperto, chiaro, sincero. Se rileggo il mio mi rendo conto di quanto ognuno di noi sia meravigliosamente diverso dall’altro. Interessante leggerti ora che ti ho conosciuta, osservata da lontano, provato a intuirti, perchè sei una ragazza molto diversa da come t’immaginavo. Schiva, con una sicurezza di te che è tale solo in apparenza. Mi piace il modo in cui credi in te stessa nonostante tutte le difficoltà e le “musate”, quel tuo saper ritrovare il baricentro anche subito dopo il terremoto. La tua ricerca è evidente, così come l’impegno. A presto!
grazie delle bellissime parole, sei troppo magnanima 🙂
due giorni sono stati troppo pochi. alla prossima e in bocca al lupo.
Complimenti Baby: sei così stanca perchè cresci in spessore e profondità… e chi se ne sta comodo nella sua poltrona a gongolarsi dei risultati raggiunti non la prova quella sensazione. Quella sensazione di sfinimento perchè ti dai senza misura e non hai paura di guardare in faccia i tuoi limiti. Sei nel pieno di un’accelerata come essere umana e come fotografa: cavalca l’onda.
puoi giurarci ;-D grazie.
Grazie mille per aver condiviso la tua esperienza 🙂
Deve essere stato distruttivo/istruttivo alla massima potenza, e secondo me sono cose di questo genere quelle che fanno aprire davvero gli occhi.
E la foto che hai fatto a Simona è stupenda, adoro il movimento!
distruttivo alla massima potenza. azzeccato. ma ovviamente sta ora a me trasformarlo in cose positive. il lavoro è appena iniziato. grazie 🙂
Bella esperienza Barbara;
credo che sia necessario ogni tanto farsi “triturare” da quacuno che ne ha le capacità e che riesce a tirarti fuori qualcosa di nuovo, un po come l’aratura prima della semina stagionale.
ah si, qui l’aratro è andato ben a fondo!!
Ciao Barbara!
grazie mille…al di la di Thorimbert e quello che lui rappresenta, per me personalmente è stato bello aver conosciuto te e tutti gli altri e condividere le varie esperienze, condivise o meno..perchè mi hanno fatto sentire meno “sola” nel mio percorso…la strada è ancora molto lunga..e si…molto dolorosa…
ma grazie e complimenti!
grazie a te, mi ha fatto piacere incontrati. e non sei sola. per niente!
mi unisco e quoto entrambe, anch’io sono felicissimo di aver avuto quest’esperienza con voi, non sentirmi solo e non farvi sentire soli è già sulla mia ToDoList!!!
un abbraccio e a presto!
Sapere con largo anticipo di non poter essere in “questo” appuntamento per impegni di lavoro era irritante, subirne solo il riflesso attraverso questo e altri post è dolorosissimo!
Questo è uno di quegli eventi che raccontarlo o riassumerlo non è lo stesso che viverlo. E’ proprio l’esperienza sulla pelle che te lo fa capire in pieno. Perchè non si parla di tecnica, nemmeno un pò.
Riassunto perfetto, Barbara 😉
CHE
FIGO
Leggendo il tuo post son stato preso dal terrore nell’immaginare il tutto. Allo stesso tempo però, mi ha dato una grande carica. Prendo atto che tutti incontrano delle problematiche, ognuno in base al proprio livello.
Post di “pancia”
Michelangelo
Ciao Barbara,
bel riassunto dell’esperienza. Leggerla mi conferma del fatto che bisogna sempre mettersi in discussione per potersi migliorare. Sentirsi arrivati, forse, è il primo sintomo che le cose iniziano a deteriorarsi. Complimenti per il ritratto!
P.S. Se poi fosse possibile approfondire sul “cazziatone” di TT, potrebbe essere da ulteriore stimolo a tutti.
Buona luce
Andrea
Non l’ho scritto non per gelosia, ma perchè è veramente difficile sintetizzare… abbiamo parlato mezza giornata su come si esegue un ritratto e come entrare in “contatto” col soggetto ma tutti abbiamo disatteso queste premesse. Diciamo che la frase rindondante è stata “non avete dato un cazzo!”.
Thumbs up! E’ sembro bello leggerti.
E’ sempre un piacere averti qui 🙂
Rock on!